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Blanck Mass, L’altro Fuck Buttons

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Blanck Mass è il progetto solista di Benjamin John Power dei Fuck Buttons. Con questa sigla si muove parallelamente al gruppo madre dal 2010. Descritto da Fact magazine come “simultaneamente lenitivo e grandiosamente devastante, esoterico e sorprendentemente accessibile”, il suo omonimo album di debutto è stata un’elegante –  e tutto sommato introspettiva – dipartita dall’elettronica in forma stadio (ricordate la cerimonia dei giochi olimpici inglesi ?) con cui si era fatto conoscere. Proprio nel 2012, il suo brano “Sundowner” fece bella mostra in quella uscita ufficiale, raggiungendo un numero di utenti stimato intorno ai 900 milioni di unità. La sua nuova prova solista è stata concepita, prodotta e registrata in diverse location nell’arco di un anno.
Proprio come un pezzo d’arte ‘Dumb Flesh’  commenta le imperfezioni del corpo umano nel presente arco evolutivo. La fragilità del corpo diviene naturalmente parte risonante ed ineffabile nella gestazione del disco. L’album è passato attraverso una miriade di stadi prima di giungere al suo definitivo completamento. Power ci tiene a precisare che: “ci sono state almeno tre occasioni in cui ho riprodotto integralmente il disco, sostituendo la strumentazione e sperimentando con nuove macchine fino all’essere completamente soddisfatto dello stadio del progetto” La diffusione geografica delle sessioni si riflette negli scenari cangianti del disco, che ciononostante mantiene livelli di coerenza invidiabili, pur approntando di volta in volte rigorose sterzate stilistiche. La forza di Blanck Mass è tutta nel passaggio da momenti di pura beltà ambient a risolute frasi in cui un beat techno prende il sopravvento. Uno spettro elettronico cui difficilmente si può rinunciare.

Proprio come un pezzo d’arte ‘Dumb Flesh’  commenta le imperfezioni del corpo umano nel presente arco evolutivo. La fragilità del corpo diviene naturalmente parte risonante ed ineffabile nella gestazione del disco. L’album è passato attraverso una miriade di stadi prima di giungere al suo definitivo completamento. Power ci tiene a precisare che: “ci sono state almeno tre occasioni in cui ho riprodotto integralmente il disco, sostituendo la strumentazione e sperimentando con nuove macchine fino all’essere completamente soddisfatto dello stadio del progetto” La diffusione geografica delle sessioni si riflette negli scenari cangianti del disco, che ciononostante mantiene livelli di coerenza invidiabili, pur approntando di volta in volte rigorose sterzate stilistiche. La forza di Blanck Mass è tutta nel passaggio da momenti di pura beltà ambient a risolute frasi in cui un beat techno prende il sopravvento. Uno spettro elettronico cui difficilmente si può rinunciare.