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General Levy & Bonnot

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A venti anni dallo straordinario hit underground ‘Incredible’ – unitamente a ‘Professional Ganja Smoker’ uno dei migliori singoli agli albori della rivoluzione jungle – General Levy torna con decisione alle sue origini. Questa volta insieme al talentuoso dj e produttore italiano Bonnot (già visto in azione con Assalti Frontali e Ap2p). Una collaborazione consolidatasi negli ultimi 4 anni e rappresentata dal primo parto sulla lunga distanza a titolo ‘Forward’ per il marchio Jungle Heritage. Partendo dai loro show – un misto adrenalinico di ragga ed elettronica – il disco prende forma anche sulla scorta del singolo ‘Highest Grade’, pubblicato nel 2011 e capace di scalare ogni classifica di genere. L’album è così il risultato di un interscambio simbiotico, un flow imbattibile che segue l’eredità dei ritmi urbani britannici.

Sono molteplici i punti forte dell’album, vale la pena partire dalla febbrile vibrazione jungle di ‘Like A Train & That’s What We Blaze’ per proseguire con l’intervento magistrale di un’altra figura simbolo come Serial Killaz in ‘Jah Alone’. Non si arrestano certo qui le emozioni: ‘Put It Pon Dem’ (mixata dal produttore e artista di adozione jamaicana Alborosie)  e ‘Genuine Woman’ puntano inequivocabilmente in direzione dancefloor. ‘Playa Hata’ nel frattempo si candida a divenire uno dei brani più innovativi nel circuito drum & bass, con un piglio che offre già garanzie sul futuro di un intero movimento. Tra i featuring registriamo le presenze di altri fuoriclasse come Ed Solo, Ricky Tuff, MissMykela, Numa Crew & DJ Ferro, motivo in più per addentrarsi in questo genuino ibrido dancefloor.

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Run-The-Jewels

Run The Jewels 2 – El-P e Killer Mike, feat. Zack De La Rocha

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Puntate il lettore su ‘Close Your Eyes (And Count To Fuck)’, un sobbalzo, un colpo al cuore. Si rivede Zack De La Rocha, la consciusness hardcore negli Inside Out, lo stiletto politico, la spina nel fianco del sistema amerikkka coi Rage Against The Machine.  Il progetto è uno di quelli dinamitardi e la comparsa di Zack non è altro che la classica ciliegina sulla torta. Questo è un disco destinato a scuotere gli edifici hip-hop più belligeranti, con caparbietà, questo è Run The Jewels.

Poco più di un anno di vita e l’evidenza del prodigio è agli occhi di tutti. El-P e Killer Mike hanno messo in piedi una macchina killer, che viaggia agevolmente al margine del sistema discografico, senza interagire per nulla con le grandi corporazioni. Tanto che il loro debutto omonimo è stato liberamente condiviso in download digitale. L’antefatto: nel 2012 El-p produce l’acclamato disco di Killer Mike a titolo ‘R.A.P. Music’. Sul finire dell’anno quest’ultimo restituisce il favore: un featuring in ‘Tougher Colder Killer’, uno dei pezzi forti dell’album di El-p ‘Cancer 4 Cure’. L’intesa è forte, tanto da sollecitare i due ad un’alleanza strategica. Run The Jewels 2 – licenziato dall’etichetta Mass Appeal – è a conti fatti il vero e proprio esordio discografico.

Un’esplosiva miscela di rime e basi che rivedono la stagione d’oro della Def Jux – di cui El-p è stato a ragione uno dei pesi massimi –   proiettandola in una nuova urgente attualità. E’ un disco che rompe ogni indugio, cercando nella contaminazione la piena libertà espressiva. Il cast degli ospiti è così eclettico da esser quanto meno celebrato. Oltre alla bandiera dei RATM, si segnala la presenza di Travis Barker (batterista dei Blink 182), dell’onnivoro James McNew (bassista degli Yo La Tengo), di Diane Coffee (alter ego del giovane attore prodigio della Disney Shaun Fleming, dalla scuderia Western Vinyl) ,  Michael Winslow (l’attore statunitense meglio noto come l’uomo dai 10mila suoni) e del chitarrista Matt Sweeney (vicino tanto a Billy Corgan tanto quanto a Bonnie Prince Billy).

E’ il future hip-hop in comunione con l’indie-rock, sotto il tiro franco del crossover, qui più attitudine che genere. E’ un ritorno-bomba ai tardi ‘90, all’alba degli anni zero. Quando tutto sembrava più affascinante e pronto ad esplodere. Run The Jewels è la nuova street knowledge, il palcoscenico della nuova letteratura metropolitana.

http://www.youtube.com/watch?v=PkGwI7nGehA

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Sleaford Mods, Compila Su Ipecac

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Non hanno certo bisogno di introduzioni i due ragazzi terribili di Nottingham meglio noti come  Sleaford Mods, hanno penetrato ferocemente la coscienza di numerosi giovani britannici, suscitando altrettanta curiosità e rispetto nel resto del vecchio continente.  Il loro sesto album Austerity Dogs, pubblicato nel 2013, ha definitivamente sciolto ogni dubbio sulla varietà e costanza del progetto. Tanto da stuzzicare numerose altre entità indipendenti, a loro modo molto influenti. Se è di questi giorni la pubblicazione di un Ep per la A Recordings di Anton Newcombe (Brian Jonestown Massacre) preparatevi ad un matrimonio di lusso con Ipecac per la compilation Chubbed Up, disponibile in precedenza nel solo formato digitale.  Un particolarità non da poco: questa versione conterrà tre tracce precedentemente inedite che faranno sobbalzare ogni fan di stretta osservanza: ‘The Committee’, ‘Bring Out The Canons’ e ‘Fear Of Anarchy’. Il solito condensato di funerea ironia e battiti marziali, ormai un marchio distintivo per questo combo che ha saputo farsi largo non solo tra gli appassionati dell‘indie-rock, ma anche tra gli orfani di certo urban hip-hop made in Uk.

Non  a caso i riferimenti più classici parlano di The Fall e The Streets  – due facce della stessa medaglia se vogliamo, laddove l’ impianto lirico è il fulcro su cui regge tutta l’economia della band. Quello che nacque come un progetto solista a nome Jason Williamson nel 2006, diviene a tutti gli effetti un gruppo nel 2009 con l’ingaggio di Andrew Fearn, che aggiunge campioni e ritmiche corpose al lavoro dello scalmanato frontman. Dopo esser divenuti il gruppo di punta dell’etichetta abstract-punk Harbinger Sound, si schiudono nuovi orizzonti per questa coppia di scellerati proveniente da un Inghilterra di nuovo proletaria.

http://www.youtube.com/watch?v=NyXt5dPEfeQ

foto Bari jb low

Bari Jungle Brothers, rime patate e cozze

Sono la risposta pugliese ai famosi “contaminatori” statunitensi dell’hip hop e hanno come vessillo il piatto più celebre della loro tradizione.”Rime Patate e Cozze” è il primo avvincente album del collettivo Bari Jungle Brothers. Un’opera prima dai profumi forti e speziati, che tra racconti di ordinaria convivialità e riflessioni spontanee, restituisce lo spaccato di una città intera: Bari. Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei!

L’album è prodotto da Goodfellas e promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record Sei mc’s, una città, tre generazioni di artisti: un disco che nasce sullo sfondo della città di Bari e porta la firma di Reverendo,  Torto, Walino, Il Nano, Ufo e Ciklone. Un lavoro corale che unisce storie, stili, vite differenti. Un progetto che traccia la breve storia di una generazione in rap e si offre all’ascolto con brani che spaziano da sonorità solari e mediterranee ad altri più tesi dai toni decisamente suburbani. Sono immagini in forma libera, parole in fuga. Non si tratta di una compilation in cui ciascun artista esprime il proprio talento in maniera asettica, ma dell’espressione di un vero e proprio processo collettivo in cui l’apporto dei singoli contribuisce  ad evidenziare unicità stilistica e forza espressiva. Si passa da un brano ispirato e profondo come “Le tue strade”, prodotto da Mastermaind, uno tra i migliori beatmakers d’ Italia, a uno più scanzonato e allegro come “Rime patate e cozze”. L’atmosfera terrona, sincera  e colma  di affetto di un pezzo come “Vin alla Nonn”,composto e rappato da Max il Nano, è accompagnata dalle rime da battaglia presenti in “Isassi contro il re” o dagli esercizi di stile presenti in “Tre Lune”.

Siamo di fronte ad un manipolo di rappers con alle spalle una serie importante di dischi, video, collaborazioni, concerti. Musicisti di strada che attraverso un lavoro durato anni hanno costruito un loro solido pubblico. Le liriche profonde e di impatto  di Torto, quelle al femminile di Miss Fritty, unica guest nel disco, la poesia vernacolare di Walino, le rime fresche di Tony Ciklone, il rap senza sconti del Nano e le immagini di Ufo, le melodie di Reverendo, confluiscono in questo modo in un’unica testimonianza collettiva che unisce uomini e donne di diversa età e provenienza, cementati dalla passione comune per questa cultura e dalla volontà di lasciare un segno con la propria musica, nella propria terra.

http://www.youtube.com/watch?v=iMeZWp0TkPY