COLLABORAZIONE STREPITOSA CHE VEDE ALL' OPERA ALCUNI DEI PIU' CRISTALLINI TALENTI DEL JAZZ LIBERO E DELLA NEW MUSIC, A PARTIRE DALLA FIGURA MAGISTRALE DI WADADA LEO SMITH, TROMBETTISTA E COMPOSITORE GIA' ATTIVO ALL' ALBA DELL' AACM IN QUEL DI CHICAGO. IN QUESTO PROGETTO E SPALLEGGIATO DA JAMIE SAFT(PIANO, ORGANO), JOE MORRIS (BASSO) E BALAZS PANDI (BATTERIA), IN UN DISCO DAL PROFONDO LIRISMO, IN CUI GLI AMORI DEL LEADER EMERGONO IN MANIERA INELUTTABILE: DAL MILES DI IN A SILENT WAY ALLE FILIAZIONI CON LA MUSICA CON TEMPORANEA CHE A PIU' LIVELLI HANNO INFORMATO LE SUE USCITE PER TZADIK ED ECM. RED HILL E' SIN D' ORA CANDIDATO A RICOPRIRE IL RUOLO DI USCITA CRUCIALE NELL' AMBITO DEL JAZZ D AVANGUARDIA PER QUESTO 2014.

L’ARIA CHE SI RESPIRA E’ INTENSA, MEDITATIVA, RICOLMA DI ATTESE E ABISSI DI SPAZIO TRA I SUONI. L’ESSENZA DI UNA MUSIC ACHE DEMOLISCE OGNI ORPELLO, OLTR EOGNI DEFINIZIONE DI GENERE (RUMORE SETTEMBRE, VOTO 8)

TOM CHALLENGER (SASSOFONO/TASTIERE, GIA' IN FORZA AI RED SNAPPER), PHIL STEVENSON (CHITARRA), JOHNNY BRIERLEY (BASSO) DAVE SMITH (BATTERIA/SABAR) E KAW SECKA (SABAR/TAMA), SONO UNA FANTASTICA REALTA' DELLA SCENA UNDERGROUND BRITANNICA PIU DEVOTA ALLA CONTAMINAZIONE ETNO-ROCK. IL TAMBURO SABAR - TIPICO DELLA CULTURA SENEGALESE - E' L' ELEMENTO PERCUSSIVO PRINCIPE ALL' INTERNO DI UN DISCO CHE VIVE DI UN FRESCO IMPETO TERZOMONDISTA. AFRO-ROCK E SINTETIZZATORI SPAZIALI, MELODIE LIQUIDE E LINEE DI BASSO TIPICAMENTE DUB, QUESTI GLI ELEMENTI PORTANTI DI UN DISCO CHE POI BRILLA NELLA VOCALITA' DEL SENEGALESE BATCH GUEYE E DEGLI ALTRI OSPITI ECCEZIONALI GHOSTPOET E INESS MEZEL. L' ALBUM E STATO INCISO NEGLI STUDI DELLA REAL WORLD ED E DESTINATO A BRILLARE TRA LE MIGLIORI CONTAMINAZIONI DI GENERE DEL 2014.

UN MELANGE MULTICULTURALE RINFORZATO DA OSPITI DI VARIA ESTRAZIONE /AD ES. GHOSTPOET E JULDEH CAMARA), IL TRITTICO D’APERTURA (NO TROUBLES, HOOK UP, MAKE GOOD) RIASSUME UNA PROGETTUALITA’ SONORA CHE NELL’ALTERNARE MABALAX, HIGHLIFE E REMINISCENZE ACIDE, SI RIVELA AVVINCENTE E DEGNA D’ATTENZIONE (RECENSIONE BOXATA SU ROCKERILLA SETTEMBRE)

"ALBUM IN CUI GLI INSTRUMENTAL DOOM ROCKERS L'IRA DEL BACCANO RIAPRONO LA PERCEZIONE DEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA LASCIANDO PASSARE LE INFLUENZE ACIDE DI PINK FLOYD E GRATEFUL DEAD PER MESCOLARLE ALL'OSCURITA' DEI BLACK SABBATH" (MUCCHIO SELVAGGIO SETTEMBRE, VOTO 7)

'NELLA LORO MUSICA SI COLGONO IMPORTANTI ECHI DEI PIÙ ACIDI MOTORPSYCHO, QUANTO DEI PIÙ VISIONARI PINK FLOYD E HAWKWIND, SENZA DIMENTICARE I PIÙ OSCURI E POSSENTI BLACK SABBATH,TUTTO IN CHIAVE STRUMENTALE. UNA FORMULA COSÌ “ALLUNGATA” POTREBBE RISULTARE PESANTE ALL’ASCOLTO MA INVECE IL RISULTATO OTTENUTO È QUANTOMAI AVVINCENTE E MATURO. UN VIAGGIO CON IL PIEDE SULL’ACELERATORE' (ROCKERILLA SETTEMBRE, ASCOLTO ESCLUSIVO SU WWW.ROCKERILLA.COM)

'..UNA COPERTINA ED UN NOME AFFASCINANTE INTRODUCONO L'IRA DEL BACCANO E APRONO I CANCELLI A UN HEAVY PROGRESSIVE ROCK CHE NON HA PAURA DI METTERSI IN MOSTRA E DI COSATRUIRE LA PROPRIA CIFRA ARTISTICA SULL'ASSE PERIZIA TECNICA/SCRITTURA ECLETTICA..' (RUMORE SETTEMBRE)

UN VIAGGIO SU UNA NAVICELLA SPAZIALE ALLA RICERCA DI LANDE INESPLORATE FACENDO GRANDI BALZI NON SOLO NEL BUIOMA TRA SUPERNOVA SPLENDENTI ED AFFASCINANTI. COME È LA MUSICA DI ‘TERRA 42’. (DAGHEISHA SETTEMBRE)

CAMILLA SPARKSSS E' L'ALTER EGO DI BARBARA LEHNHOFF DELLA BAND ART PUNK SVIZZERO CANADESE DEI PETER KERNEL; AMA IL RAP, LE DRUM MACHINES, LE ISTRUZIONI PER L'USO, I BAGNI TERMALI E VIAGGIARE. BARBARA LEHNHOFF E' CRESCIUTA TRA LE RISERVE INDIANE NELLA ZONA DEI GRANDI LAGHI NEL NORD OVEST DELL' ONTARIO, CANADA. LE 10 CANZONI CONTENUTE NELL ALBUM SONO UNA TEMPESTA DI POP ELETTRONICO INACIDITO, SENZA REGOLE E POTENTE.UN DISCO SCRITTO IN COLLABORAZIONE CON IL PRODUTTORE ARIS BASSETTI CHE SA ESSERE GRAZIOSO E GENTILE COME UNA MANO CHE STA PER ACCAREZZARTI, MA CHE POI SI TRASFORMA IN UNO SCHIAFFO IN FACCIA. SUONI TAGLIENTI E METALLICI, GUIZZI PSICHEDELICI, LINEE VOCALI BIZZARRE A TANTI, TANTI RULLANTI.CAMILLA SPARKSSS STA DIPINGENDO IL SUO PROPRIO ARCOBALENO.

COME UNAM.I.A.MITTELEUROPEA, UNA SORTA DI EMAIN BOTTA, ALTEZZA PRIMO DISCO, MA CRESCIUTA NEL VECCHIO CONTINENTE, UNA SPECIE DI DIVA SENZA PAILLETTES E TERZOMONDISMI VARI MA ZEPPA DI CALIGINI POST-PUNK/INDUSTRIAL DEI DECENNI CHE FURONO, CAMILLA MISCHIA UN (BEL) PO’ DI ELETTRONICA, QUALCHE RITMO (EHM) BALLABILE (CASSE DRITTE, MA DI UN FASTIDIO…) CHE SI DIREBBE FIGLIO BASTARDO DELL’ELECTROCLASH, MOLTI INPUT DISPARATI TRA SYNTH MULTIDIMENSIONALI, NOISE BIPOLARE, APERTURE DA COLD-WAVE, SPORCIZIA LO-FI DA CAMERETTA 2.0 E ASTRATTISMI VARI, IN UN CALDERONE DI SONORITÀ ETEROGENEE IL CUI MINIMO COMUNE MULTIPLO È UNA BOTTA DI DISAGIO DIREMMO QUASI DA ZONA GRIGIA (SENTIRE ASCOLTARE SETTEMBRE, VOTO 7)