I MAMMOOTH SONO UN COLLETTIVO DI MUSICISTI CON BASE A ROMA. PIÙ CHE UN RIFERIMENTO ALL'ANIMALE PREISTORICO, SI TRATTA DI UNA SUGGESTIONE. E' PROPRIO IL FORTE CONTRASTO TRA IL PRIMITIVISMO E L'UMORALITÀ BESTIALE DI UNA "COSA" ANTICA, ESTINTA, E IL SUO PROIETTARSI NEL MONDO TECNOLOGICO MODERNO DOMINANDOLO E "SFRUTTANDOLO" CHE HA SCATENATO LE NOSTRE FANTASIE. QUESTE LE PAROLE DEL CHITARRISTA/CANTANTE RICCARDO BERTINI, CHE INTRODUCE IL FORTE DESIDERIO DI ESPLORARE GLI ANGOLI BUI DI TERRITORI GIÀ NOTI. PORTARE L'ELETTRONICA, IL BLUES, L'HARD-ROCK, LA PSICHEDELIA, LE DERIVE POST-ROCK, IL KRAUT A SCONTRARSI IN JAM STRUMENTALI, IN PICCOLI BOZZETTI O IN BRANI COMPLESSI DALL'ANIMA PROGRESSIVE. CITANDO AIR, MASSIVE ATTACK E ZERO 7, MA ANCHE LA CHICAGO POST-ROCK DI TORTOISE E TRANS AM. IN QUEST'OTTICA NON MANCANO LE COLLABORAZIONI ESTERNE DEL GRUPPO: L'AMICIZIA CON CLAUDIO SANTAMARIA HA PORTATO AD ESEMPIO ALCUNI FRUTTUOSI ESPERIMENTI IN SALA E DAL VIVO, OCCASIONE PER VEDERE L'ATTORE CIMENTARSI ALLA TROMBA ED ALLA CHITARRA. DA RICORDARE ANCHE LE COLONNE SONORE ESCLUSIVE PER I FILM POLVERE, SANDRINE NELLA PIOGGIA E LA FICTION IL COMMISARIO MANARA.
QUELLO DEI MAMMOOTH E’ UN DEBUTTO FRESCO, CHE SIN D’ORA SI PONE ALL’ATTENZIONE DI U NETWORK INTERNAZIONALE.

DEBUTTO SOLISTA PER CURTIS HARVEY, UNO DEI CAMPIONI DELLO SLO-CORE E DELLA COSIDDETTA AMERICANA. PROTAGONISTA PRIMA CON I REX E SUCCESSIVAMENTECON I PULLMAN (PER ETICHETTA THRILL JOCKEY), IL NOSTRO SI LANCIA IN UN ACCORATO ALBUM DI FOLK ACUSTICO, STRUTTURALMENTE SEMPLICE E DEDITO AD UNA FORMA CLASSICA MA PUR SEMPRE PERSONALE. BEN RITROVATO.

BOX OF STONES E’ PRE D AMORIRE. E’ UN VECCHIO DISCO FOLK, DI BALLATE D’IMPRONTA TRADIZIONALE, DI CORD EPIZZICATE, DI VOCI DOLCI E ARMONIE ANTICHE (I CORI DI SEEN) (BLOW UP DICEMBRE, VOTO 6/7)

TRIO CON BASE A CHICAGO ED UNO DEI FIORI ALL OCCHIELLO DEL CATALOGO TYPE, ETICHETTA CHE DEL ROCK INDIPENDENTE PREFERISCE IL SUO ASPETTO PIU METAFI SICO E LE SUE DERIVE PIU ASTRATTE. CITANDO I PROGENITORI DELLE GENIA POST ROCK COME TALK TALK, BARK PSYCHOSIS E SLOWDIVE, GLI ZELIENOPLE AFFRONTANO CON STILE ED UN PASSO QUASI DA FANTASMI CARPENTERIANI TUTTI GLI SCENARI DELLA NUOVA MUSICA CHITARRISTICA. SFIORANO UN ANCESTRALE DOOM, LE SEQUENZE DEL NEO FOLK ED UN AMBIENT ROCK PIENO DI INSCREPATURE.
PIACERANNO TANTO AI FAN DI LABRADFORD QUANTO A QUELLI DI SUNN O)))

SI APRE COSÌ, CON LA FUMOSA LANDSCAPE DI “AGING”, IL NUOVO DISPACCIO SONORO DALLE TERRE INCANTATE DEGLI ZELIENOPLE, TRIO CHICAGOANO FORMATO DA MATT CHRISTENSEN (VOCE, CHITARRA), BRIAN HARDING (CHITARRA, CLARINETTO) E MIKE WEIS (PERCUSSIONI). PREGNA DI EVOCAZIONI E DI DISTANZE CHE SUSCITANO UN VASTO SENTIMENTO DI ABBANDONO E DI NOSTALGIA (“DUST BOWL”), COME SE I TALK TALK MIMASSERO LE FATTEZZE INTANGIBILI DI ALCUNE DELLE PAGINE PIÙ BELLE DI BADALAMENTI, LA MUSICA DI "GIVE IT UP", A DIFFERENZA DELLE ALTALENE EMOTIVE DEL PRECEDENTE “HIS/HERS”, SI MATERIALIZZA ATTRAVERSO LENTE, ASCENSIONALI PEREGRINAZIONI, FACENDO SUOI I DETTAMI DELLO SLOW-CORE, MA CONSERVANDO, SEPPUR IN DOSI PIÙ RAGIONATE, LE AMPLIFICAZIONI SOVRANNATURALI DEI CHARALAMBIDES. IL RISULTATO È, INSIEME, SFUGGENTE E TOCCANTE. (DISCO DEL MESE ONDA ROCK, VOTO 7)