BAND DALL'ECCENTRICA PRODUZIONE AVANT POP, CON ALBUM FUORI ANCHE PER  SUB POP,
I JENNIFER GENTLE ED IL LORO LEADER MARCO FASOLO TORNANO CON CONCENTRIC, UNA SORTA DI PELLICOLA "SURREALISTA" DA INCUBO, PROIETTATA IN UN ALLUCINANTE CINEMASCOPE. OPPURE UN'INFERNALE VERSIONE DI "LUMPY GRAVY" (FRANK ZAPPA) SUONATA DA UNO STRAMPALATO JAZZ-COMBO.
SE NEL 2007, THE MIDNIGHT ROOM (SUB POP) COMBINAVA SONORITÀ ROCK&ROLL ANNI '50 CON L'APPROCCIO PIÙ ESTREMO DI COMPOSITORI COME KRYSZTOF KOMEDA, "CONCENTRIC" È UN PASSO AVANTI VERSO IL "CAOS CONTROLLATO". UTILIZZANDO ESCLUSIVAMENTE TECNICHE DI REGISTRAZIONE ANALOGICA, FASOLO & CO. METTONO SU TELA UNA VASTA GAMMA DI COLORI, FATTA DI SUONI CHE SARANNO MEGLIO APPREZZATI SE SUONATI AD ALTO VOLUME, MODELLANDO UN MOSTRUOSO PANORAMA, COME IN UNA VISIONE LUCIFERINA DI IGOR WAKHEVICH, L'ONIRISMO GOTICO DEI COIL, O UNA PERFORMANCE PARTICOLARMENTE DIABOLICA DEI TAJ MAHAL TRAVELLERS.

UN RITORNO CHE HA DEL SENSAZIONALE PER MATTHEW COOPER, TENUTARIO DELLA SIGLA ELUVIUM SIN DAL 2003. UN DISCO CHE AFFONDA MAGGIORMENTE GLI ARTIGLI NELLA GRANDE TRADIZIONE DEL MINIMALISMO AMERICANO, INCAMERANDO ALTRESI ELEMENTI DI MUSICA AMBIENT.DOPO GLI ESTESI TOUR IN COMPAGNIA DI EXPLOSIONSIN THE SKY, ISIS E MONO, IL NUOVO ALBUM DA STUDIO SEMBRA COLLEZIONARE ANCHE LE FORMATIVE ESPERIENZE ON THE ROAD, TOCCANDO ANCHE LE VETTE DEL NUOVA PSICHEDELIA. UN DISCO CONSIGLIATO AI FANS DEL PHILIP GLASS DI EIN STEIN ON THE BEACH, COME A QUELLI DI BRIAN ENO E STARS OF THE LID (E PIU IN GENERALE DEL CATALOGO KRANKY).

RECENSIONE BOXATA ED ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO SU RUMORE FEBBRAIO

MATTHEW COOPER E’ ANCORA UNO DEI PRINCIPALI PUNTI DI RIFERIMENTO IN TEMA AMBIENT NEO-CLASSICO. HA SEMPLICEMENTE PROVATO A TRACCIARE LA VIA DI UNA POSSIBILE CONTAMINAZIONE CON LA FORMA-CANZONE, DECIDENDO – BONTA’ SUA – DI RENDERCI PARTECIPI DELL’ESPERIMENTO. DA CONSIDERARSI RIUSCITO A TUTTI GLI EFFETTI (RUMORE FEBBRAIO, RECENSIONE BOXATA VOTO 8)

QUANDO NEL 1990 BRIAN ENO E JOHN CALE FINALMENTE SI DECISERO A PUBBLICARE UN ALBUM  ASSIEME IN MOLTI SI ASPETTAVANO QUALCOSA DI DIVERSO DA WRONG WAY UP. MAGARI PROPRIO UN DISCO COME SIMILES.
(ROCKERILLA FEBBRAIO-MARZO, VOTO 8)

CANZONE CHE DA AMBIEN-POST SI TRASFORMA D’INCANTO IN COMPOSIZIONE DA CANTAUTORE ELETTROACUSTICO ‘MODERNO’ CHE PUO’ RICORDARE, VAGAMENTE, MARK HOLLIS E GLI ULTIMI TALK TALK O UNA SPECIE DI PAN AMERICAN PIU’ ROMANTICO E DOLCIASTRO (BLOW UP FEBBRAIO, VOTO 6/7)

IL VANTO DEGLI ELUVIUM, LA CREATURA DI MATTHEW COOPER, E’ SEMPRE STATO QUELLO DI CREARE MUSICA ONIRICA, IN BILICO TRA L’AMBIENT ED IL ROCK GEOMETRICO, SENZA RICORRERE A PARTI VOCALI O A PERCUSSIONI E LIMITANDO IL PIU’ POSSIBILE – NEL CASO DELL’ULTIMO COPIA ADDIRITTURA OMETTENDO COMPLETAMENTE – L’USO DELLE CHITARRE. RAPPRESENTA, QUINDI, UN’ASSOLUTA NOVITA’ IL FATTO CHE SU SIMILES UNO SPERIMENTATORE COME COOPER SCELGA LA FORMA CANZONE PER TRASMETTERE IL SOLITO, COLLAUDATISSIMO MESSAGGIO FATTO DI SILENZI RAREFATTI E STRUGGENTI MELODIE (MUCCHIO FEBBRAIO)

LE MELODIE HANNO IL GUSTO DEL NOISE POP CON ACCORDI IN MINORE, TANTO CHE SEMBRA DI RIASCOLTARE I CURVE, SE MAI AVESSERO INCISO PER LA SARAH RECORDS. LA HAYES MOSTRA QUELLA CAPACITA’ DI DIRE TUTTO E BENE IN POCHE BATTUTE, UN PREGIO CHE MI FA PENSARE A STEPHEN MERRITT DEI MAGNETIC FIELDS
(RECENSIONE BOXATA SU CLASSIX DICEMBRE)

LASCIATO DA PARTE IL NEOFOLK, LA CANTANTESSA METTE IN FILA UNA SERIE DI BUBBLEGUM POP ROCK CHE TIRANO IL COLLO AL RITMO (TIPO JESUS & MARY CHAIN SENZA OMBRA DI NOISE) E SOLO UN PAIO DI VOLTE LASCIANO SPAZIO ALLE RILASSATEZZE DI UN TEMPO. GRADEVOLE (BLOW UP FEBBRAIO, VOTO 6)

E POI C’E’ QUI QUEL SUONO UNICO, QUELLO DEL THUNDERSTICK, SORTA DI BANJO A TRE CORDE SUONATO DALLA HAYES, CHE ANCORA DI PIU’ CONTRIBUISCE A DONARE UN’AURA PARTICOLARE ALLE NUOVE CANZONI (YER GRIEF). IMPARENTATE  CON SHANNON WRIGHT TANTO QUANTO CON I GARBAGE SI DIREBBE (ROCKERILLA GENNAIO)

CRESCIUTA A FORT BRAGG, CALIFORNIA, EMILY JANE WHITE SI SEGNALA DOVEROSAMENTE TRA LE PIU BRILLANTI CANTAUTRICI EMERGENTI DEL GIRO WEST COAST. REGISTRATO IN BUONA PARTE TRA OAKLAND E SAN FRANCISCO VICTORIAN AMERICA SI PRESTA COME VIAGGIO SUBLIME, INTIMA PROFEZIA ED ESSENZIALE RACCOLTA DI CANZONI SOSPESE TRA POP ACUSTICO E LATENTE ELETTRICITA. LA SUA MUSICA POTREBBE RICHIAMARE LA CAT POWER DEGLI ESORDI, MA ANCHE UNA PJ HARVEY A MENO INDOLENTE. UN SECONDO ALBUM CHE E GIA GARANZIA DI BRILLANTEZZA.

VICTORIAN AMERICAN, DOPO L’OTTIMO ESORDIO DARK UNDERCOAT, E’ UN’ORA DI LENTEZZA MELODICA, DI FASCINO D’AUTORE, DI OMBRE E ARPEGGI (BLOW UP FEBBRAIO, VOTO 8)

LA VOCE CHE RICORDA IMMEDITAMENTE QUELLA DI CHAN MARSHALL, HA PERSONALITA’ A SUFFICIENZA PER NON ESSERE CONSIDERATA QUELLA DI UNA VOLGARE IMITATRICE. UN LAVORO COMUNQUE NOTEVOLE, ESPRESISONE DI UN’ARTISTA IN PROCINTO DI DIVENTARE, CE LO AUGURIAMO, UN STELLA DI PRIMA GRANDEZZA
(MUCCHIO FEBBRAIO, 3 STELLE)

…UN ALTRO PASSO VERSO QUEL FOLK SCURO, VENATO DI BLUES E ABITATO DA FANTASMI SENZA VOLTO TANTO CARO A MOLTE CANATUTRICI CONTEMPORANEE (DA CAT POWER A FRIDA HYVONEN) (RUMORE FEBBRAIO, VOTO 7)

SEMPRE DISPONIBILI I TITOLI DI CATALOGO, LEAF RECORDS,
DELL'ENSEMBLE DANESE DA POCO USCITA
CON IL NUOVO ALBUM "MAGIC CHAIRS" SU 4AD