TORNA FINALMENTE IN STOCK IL NUOVO LAVORO DI DAMIEN JURADO!

VI RICORDIAMO CHE JURADO E' PRESENTE ANCHE NELLA COLONNA SONORA DEL FILM "LA GRANDE BELLEZZA" DI SORRENTINO, FRESCO VINCITORE DELL' OSCAR E DEL GOLDEN GLOBE, CON IL BRANO ‘EVERYTHING TRYYNG’ PRESENTE NELL’ALBUM ‘CAUGHT IN THE TREES’ ORIGINARIAMENTE DATO ALLE STAMPE NEL 2008

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…NOTEVOLE ANCHE LA LUNGA SILVER DONNA, MELODIA IN FALSETTO SU DI UN TRIP LISERGICO DALLE RUTILANTI INFLESSIONI BLACK. IN QUAKLCHE MODO PIU’ MISURATA LA SECOND APARTE DEL DISCO, APERTA DALLA BALLATA VAGAMENTE A’ LA FLAMING LIPS, SILVER MALCOLM. PIU’ FOLK E TRADIZIONALE SILVER KATHERINE, SPOLVERATA D’ARCHI, PIACERA’ AI FAN DEI FLEET FOXES O DELL’AMICO FATHER JOHN MISTY. UN ALBUM COI CONTROFIOCCHI QUESTO DI DAMIEN JURADO INSOMMA, CHE SPERO SAPPIA CONQUISTARE MOLTI ASCOLTATORI ED APRIRE UNO SPIRAGLIO SULLA DISCOGRAFIA DI UN AUTORE DAVVERTO MOLTO, MOLTO CAPACE (DISCO CONSIGLIATO BUSCADERO GENNAIO, 4 STELLE)

…BALLATE DECADENTI CHE SE FOSSERO STATE INCISE DA NEIL YOUNG SI GRIDEREBBE A UN ULTERIORE MIRTACOLO DI LONGEVITA’ DA PARTE DEL CANADESE (SILVER TIMOTHY, METALLIC CLOUD, INNANZITYUTTO VOCE E CHITARRA, DOPO QUALCHE ISTANTE UN PIANOFORTE A RENDERE IL BRANO EPICO NELLA SUA DRAMMATICITA’), RITMI AVVOLTI DA UNA PELLICOLA DI OSCURITA’ E FILTRATI DA UNA LENTE CHE GRATTUGIA E SCOMPONE IL RUMORE PER RENDERLO FRUIBILE. AL SUO EPILOGO, BROTHERS AND SISTERS…, LASCIA L’IMPRESSIONE DI UN’OPERA CHE SFRUTTA TUTTO L’ECCEZIONALE GENIO DI CUI DISPONE IL SUO AUTORE (RECENSIONE BOXATA SU MUCCHIO GENNAIO, VOTO 8,5)

LA PRIMA META’ ABBONDANTE E’ PAZZESCA: IL NEIL YOUNG SU SFONDI DA BEATMAKER EVOLUTO DI MAGIC NUMBER, LA PSICHEDELIA LATINA DI SILVER TIMOTHY, IL CANTILENARE STRUGGENTE DI RETURN TU MARAQOPA E JERICHO ROAD, UNA METALLIC CLOUD A TRATTI IDENTICA A WISH YOU WERE HERE, IL ROCK  DA FESTIVAL FREAK DI SILVER DONNA, ECHI E BONGHETTI E UN GROOVE DA DANZA DELLA PIOGGIA CHE FA SOGNARE (RECENSIONE BOXATA SU RUMORE GENNAIO, VOTO 8)

QUESTO (EX) RAGAZZOTTO DI SEATTLE HA ORMAI ALLE SPALLE LA BELLEZZA DI BEN 11 DISCHI CHE SPAZIANO DAL CANTAUTORATO PIU’ PURO A QUELLO PIU’ IMPURO (TIPO QUESTO BROTHERS AND SISTERS OF THE ETERNAL SON), COSTRUITO A SUA VOLTA SU INTUIZIONI ORCHESTRALI CHE CON GRANDE PERIZIA E ANCOR PIU’ GRANDE MAESTRIA RIPRENDONO LA LEZIONE CHE FU (AI TEMPI DI BERDSITTER IMAGES, 1967, E LOVE CHRONICLES DEL 1969) L’INCANTO, LA GIOIA E L’EBREZZA CHE PROVERETE, VI CONVINCERANNO DI UNA COSA: QUESTO DISCO E’ INFINITAMENTE PREZIOSO (RECENSIONE BOXATA SU ROCKERILLA GENNAIO) 

A COMINCIARE DALL’APERTURA PSYCH/BLUES DI MAGIC NUMBER, APPARE CHIARO CHE I SENTIERI BATTUTI SONO ANCORA QUELLI DI UN FOLK CONTAMINATO DA PIÙ GENERI, IN CUI L’ANIMA ACUSTICA CONVIVE CON GLI SPASMI DEL BLUES COSÌ COME CON L’ONIRICA VISIONARIETÀ DELLA PSICHEDELIA SIXTIES, SPAZIANDO INOLTRE TRA JAZZ, SOUL E ROCK. BRANI IRREQUIETI, SEMPRE DIVERSI TRA LORO, COME BEN MOSTRANO LE PERCUSSIONI LEGGERE DI SILVER TIMOTHY, PEZZO CHE SI TINGE DELLA POLVERE CREPUSCOLARE DEL LAUREL CANYON DIVENTANDO UN SIGILLO PERFETTO DI QUEL MOOD HOBO PRESENTE TUTTO IL DISCO. UN RITORNO TRA I PIÙ INTERESSANTI DELL’ANNO APPENA COMINCIATO, CHE CI MOSTRA UN DAMIEN JURADO IN OTTIMA FORMA ELETTO FINALMENTE TRA I GRANDI DEL FOLK CONTEMPORANEO (SENTIRE ASCOLTARE GENNAIO, VOTO 7)

ORIGINARIAMENTE DISPONIBILE ATTRAVERSO IL PROPRIO SITO, IL SESTO ALBUM DI TALIB KWELI VIENE FINALMENTE DISTRIBUITO ATTRAVERSO I CANALI UFFICIALI, RIVELANDO ANCORA UNA PRODUZIONE AL PASSO COI TEMPI ED UNO STILE MAGISTRALE. AL DISCO PARTECIPANO GARY CLARK JR., ABBY DOBSON, BIG K.R.I.T., RAEKWON,THE UNDERACHIEVERS, BLACK THOUGHT, RAH DIGGA E MIKE POSNER.
LA PRODUZIONE E' STATA INVECE CURATA DA OH NO, KHRYSIS, STATIK SELEKTAH, RICH KIDD ED IN PARTE DAL COMPIANTO J DILLA.

DA APPLAUSI LE PRODUZIONI, DAVVERO DI SPESSORE, IN GRADO DI DONARE UN SENSO DI IMMEDIATEZZA A TUTTO IL LAVORO, PROBABILMENTE QUELLA CARATTERISTICA CHE E’ SEMPRE MANCATA A KWELI NEI SUOI ALBUM DA SOLISTA. (RUMORE FEBBRAIO, VOTO 8)

GIA' PROTAGONISTA CON IL TRIO EMERALDS - UNA DELLE PIU ACCREDITATE COMPAGINI - RESPONSABILI DELLA RINASCITA DELLA COSIDDETTA MUSICA COSMICA

TRANNE SPORADICI E TRASOGNATI VOCALIZZI, UN ALBUM STRUMENTALE IN GRADO DI VOLGERE LO SGUARDO A SONORITA’ SINTETICHE E CORDE ACUSTICHE, ALL’AMBIENT, ALLA PSICHEDELIA E AL MIGLIOR PROGRESSIVE. LE TRACCE SFUMANO UNA NELL’ALTRA, COME SE L’OCCHIO SEGUISSE UN UNICO, INFINITO ORIZZONTE SONORO: DAL DELICATO CRESCENDO DI WONDERLAND OF LIVING THINGS ALLA SPIRITUALITA’ DI IN SEARCH OF THE MIRACULOUS, SINO AL MANTRA DI TO THE MACROBES (WHERE DO I GO?). (MUCCHIO MARZO, VOTO 7,5)

MCGUIRE CONTINUA AD INCANTARE CON LE PROGRESSIONI DELLA SUA SEI CORDE (L’ATTACCO DELLA GIA’ MENZIONATA IN SEARCH OF THE MIRACULOUS E’ DA MANUALE), MA TIMBRI E SOLUZIONI ARMONICHE SEMBRANO POTER PROMUIOVERE UN VIAGGIO IN UN PARADISO TROPICALE PIUTTOSTO CHE UN’ODISSEA INTERSTELLARE COME ACCADEVA NEI MIGLIORI LAVORI DEGLI EMERALDS. BUCOLICO (ROCKERILLA FEBBRAIO)

ECHI DI BLUES DESERTICO IPNOTICO E SOLIPSISTICO, SPUNTI DA COLONNA SONORA DELLA VASTITÀ E DEL SENSO DI SPAESAMENTO, FOLK INTIMISTA DEL TERZO MILLENNIO, “AMERICANA” ESTATICA E SOGNANTE E QUANT’ALTRO ANCORA, SEMBRANO FORNIRE UNA SORTA DI SUMMA AD UNA VISIONE MUSICALE CHE È TIPICAMENTE AMERICANA E CHE CONTRIBUISCE, INSIEME AD ALTRI GRANDI DEL SOLO DI CHITARRA A STELLE E STRISCE, A FORNIRE TASSELLI PER LA (RI)CREAZIONE DEL MITO DI UN PAESE SENZA STORIA. (SENTIRE ASCOLTARE FEBBRAIO, VOTO 7)

ALDILA' DEL COLORITO NOME, LA QUALITA' INTRINSECA DI QUESTA FORMAZIONE SCOZZESE E' FUORI DISCUSSIONE. SULLA CARTA UNA CORROBORANTE COMMISTIONE TRA DOOM METAL, SOPRATTUTTO SOTTO IL PROFILO ESTETICO, E L' ADESIONE AI LIBERI PARAMETRI DELLA NEW THING. SENZA GROSSI SCRUPOLI SI FANNO TENUTARI DI UN NUOVO CREDO, INVESTENDO LA PROPRIA MUSICALITA' DI ANCESTRALI RICHIAMI A FIGURE DISTANTI NELLA STRATOSFERA COME BLACK SABBATH, ELECTRIC WIZARD, SUN RA, SONNY ROLLINS E WAYNE SHORTER. TEMI ED IMPROVVISAZIONI FEROCI FANNO DI QUESTO LAVORO UNA TAPPA ESSENZIALE NELAL CRESCITA DEL MARCHIO RARE NOISE.

IL TRIO SCOZZESE FREE NELSON MANDOOMJAZZ DIMOSTRA DI AVERE CARTE INTERESSANTI DA GIOCARE, IN UN EXCURSUS CHE NEL COMUNICATO STAMPA PARLA ADDIRITTURA DI DOOM E FREE JAZZ ALLA ALBERT AYLER MA CHE IN PRATICA RIMANDA FORSE PIU’ A DEI LOUNGE LIZARDS NEMMENO TROPPO RIMODERNATI (MUCCHIO MARZO)

…INCROCIO PERFETTO TRA MORPHINE, ALBERT AYLER E BLACK SABBATH (DI CUI VIENE RIPRESO IL BRANO EPONIMO). ORA MELODICO E AVVOLGENTE, ORA STRIDULO E DISSONANTE, IL LORO SOUND E’ UN INCUBO ECCITANTE E PERICOLOSO (ROCKERILLA FEBBRAIO)

IN REALTÀ, NEI SETTE EPISODI IN SCALETTA NON SI COGLIE UNA VERA E PROPRIA SOVVERSIONE DEI CANONI, E SE SI ESCLUDE UN BASSO ELETTRICO “FUZZATO” (COLIN STEWART) E UN SAX CONTRALTO FEMMINEO MA TUTT’ALTRO CHE ARRENDEVOLE (REBECCA SNEDDON), IL RESTO (COMPRESA LA BATTERIA DI PAUL ARCHIBALD, CHE CHIUDE IL TERZETTO) CI PARE MATERIALE PARADOSSALMENTE PIUTTOSTO LINEARE. CERTO NON SI PARLA DI JAZZ CLASSICO – LO DIMOSTRANO LE DISSONANZE IN ODORE DI NO WAVE DEI FIATI (NO ONE FUCKING POSTS TO THE UAE) E LE ATMOSFERE OSCURE DI STAMPO (APPUNTO) DOOM CHE PERMEANO IL DISCO -, MA GLI SPAZI ENTRO CUI INTERAGISCONO I MUSICISTI SONO AMPI E IN QUALCHE MANIERA RASSICURANTI, LE STRUTTURE ARMONICHE SPESSO CIRCOLARI, L’APPROCCIO RAZIONALE. (SENTIRE ASCOLTARE FEBBRAIO)