PARTENDO DALLE LUCIDE INVETTIVE DI SHOCK-U-PY, LA NUOVA BAND DI JELLO BIAFRA CI REGALA UN NUOVO ALBUM RICCO DI LIRICHE PUNGENTI E SCATTI AL FULMI COTONE. UN DISCO CHE NON DA TREGUA E PONE NUOVAMENTE L' EX DEAD KENNEDYS AI VERTICI DI QUELLA COSCIENZA CRITICA AMERICANA CHE DA SEMPRE HA FATTO MASSA CRITICA CONTRO IL SISTEMA CAPITALISTA. ACCOMPAGNATO DAI DUE CHITARRISTI RALPH SPIGHT (VICTIMS FAMILY, FREAK ACCIDENT)E KIMO BALL(FREAK ACCS T, GRIDDLE, MOL TRIFFID), DAL MITICO BASSISTA ANDREW WEISS (ROLLINS BAND E PRODUTTORE ARTISTICO DEI WEEN) E DAL BATTERISTA PAUL DELLA PELLE (HELIOS CREED, NIK TURNER' S SPACE RITUAL) BIAFRA CI RICORDA COME L' ESSENZA DEL PUNK CALIFORNIANO SIA ANCORA SUA MASSIMA PREROGATIVA.

VINILE IN USCITA NELLE PROSSIME SETTIMANE

UNO DEI MIGLIORI DISCHI DELL'ANNO !

FINALMENTE ANCHE IN VINILE !

IL BRANO TERROR IN THE CANYONS (THE WOUNDED MASTER) E’ ATTUALMENTE IN ROTAZIONE SU LIFEGATE E SUL NETWORK DI POPOLARE

IL LATO OSCURO DELL’AMORE. MATTHEW HOUCK L’HA VISTO DA VICINO, ED E’ RIMASTO SFIGURATO. CE LO RACCONTA IN UNO DEI SUOI MIGLIORI ALBUM (DISCO DEL MESE JAM MARZO)

A CHARM/A BLADE PARTE CORALE ED INTIMA PER APRIRSI NEL RITORNELLO AD UNA FESTA COUBNTRY/R&B DOVE IMPAZZANO FIATI LUCCICANTI, PEDAL STEEL, PIANO E VIOLINO. CON MUCHACHO’S TUNE CI SI SPOSTA SOTTO IL CIELO DI UN MESSICO SOLO SOGNATO ED ILLUMINATO DA UNA LUNA D’ARGENTO, MENTRE INVECE A NEW ANHEDONIA VOLGE VERSO MALINCONICI E DISPERATI SENTIMENTI. CON  MUCHACHO, PHOPSHORESCENT HA RIBADITO DI ESSERE UNO DEI CANTAUTORI PIU’ TALENTUOSI ED ORIGINALI DELLA SUA GENERAZIONE (DISCO CONSIGLIATO BUSCADERO MARZO, 3 STELLE E ½)

PARTITO DA ISTANZE PER LO PIU’ SONICHE, CON UNA SCRITTURA D’ATMOSFERA PIU’ CHE DI SOSTANZA, MATTHEW APPRODA AD UN RISULTATO ROTONDO, INTRAVISTO CON IL TRIBUTO A WILLIE NELSON E NEL SUCCESSIVO E STRAVACCATO HERE’S TO TAKING EASY. MUCHACHO, PER CHI SI DILETTA A SEGUIRE LA VIA DEL CANTAUTORATO ATTRAVERSO LE ACCIDENTATE PERIPEZIE DI OGGI, FUNGE TRANQUILLAMENTE DA PUNTO DI RIFERIMENTO.  (RECENSIONE BOXATA SU BLOW UP MARZO)

QUELLA COSA LI’, CHE ONDEGGIA TRA LAMBCHOP (SOPRATTUTTO: A CHARM/A BLADE E DOWN TO GO). MIDLAKE, MERCURY REV. CON ALMENO UN PEZZO – SONG FOR ZULA – CHE E’ GIA’ UN CLASSICO ISTANTANEO. (RUMORE MARZO, VOTO 8)

OLTRE A VANTARE UN’OTTIMA SCRITTURA, I SUOI DIECI EPISODI SI AVVALGONO DI ARRANGIAMENTI SQUISITI ALL’INSEGNA DI UNA SOBRIA RICERCATEZZA, DI UN CANTO CONFIDENZIALE CHE SA ESSERE DAVVERO SEDUCENTE, DEI GARBATI MA EFFICACI INSERTI ELETTRONICI  CHE CONFERISCONO (ULTERIORI) ELEMENTI DI INTERESSE AD UNA STRUTTURA IN MASSIMA PARTE LEGATA AL COUNTRY PIUì MORBIDO ED EVOCATIVO, CO QUALCHE ECO QUASI SOUL A RENDERE AL RICETTA PIU’ SPEZIATA. NON CI STUPIREMMO SE L’ARTISTA DELL’ALABAMA FOSSE INGAGGIATO DA UNA MAJOR E FIRMASSE LA CANZONE-GUIDA DI QUALCHE FILM HOLLYWOODIANO (RECENSIONE BOXATA SUL MUCCHIO MARZO,. VOTO 7,5)

NE E’ SCATURITO UN ALBUM FUORI DAL TEMPO, UN DISCO COSTRUITO CON CERTOSINA E ANALOGICA ISPIRAZIONE, EPPURE TALE DA NON LASCIARSI MAI INTRAPPOLARE NELLA PURA ESTETICA RETRO’. SE ALLORA L’INVOCAZIONE CHE LO INTRODUCE NON DISSIMULA UNA CERTA ENFASI CHIESASTICA, L’ARPEGGIO LIQUIDO DI UNA TASTIERA D’ANTAN BASTA DA SOLO A DIROTTARNE L’ARMONIA VERSO QUEGLI STESSI SCONFINATI E PROFANI SPAZI DELLA PSICHEDELIA IN CUI SCORRE PLACIDO E SONTUOSO IL TEMA DI SONG FOR ZULA, L’ELETTRICITA’ BOLANIANA DI RIGHT ON/RIGHT ON, GLI ECHI COUNTRY & FOLK DI TERROR IN THE CANYONS, IL LAMENTO SOUL DI A NEW ANHEDONIA. RIVERBERI E LUMINESCENZE DESTINATE A BRILLARE IN PERPETUO (RECENSIOEN BOXATA SU ROCKERILLA MARZO)

POWERS OF TEN SONO I RADIOHEAD DI KID A CHE, DOPO AVER ASSUNTO PESANTI DOSI ANFETAMINICHE, CONVINCONO I NEU! A CONDIVIDERE UNO STUDIO DI REGISTRAZIONE; 2020 E’ UN GROOVE MAGMATICO CHE CRESCE ATTORNO ALLE VIBRAZIONI DI UN BASSO TARATO SULLE FREQUENZE DI SPACEMEN 3 E SPIRITUALIZED, MENTRE MIRROR WORK MAGNIFICA QUELL’INTRECCIO DI VOCI, TASTIERE E PERCUSSIONI DAL FASCINO MALATO E NOTTURNO CHE NE COSTITUISCONO L’ESSENZA (RECENSIONE BOXATA SUL MUCCHIO MARZO, VOTO 9)

I TAPPETI DI BASSI E BATTERIA , A VOLTE INCALZANTI AL LIMITE DEL MARZIALE, COSI’ COME GLI SCHELETRI DI SYNTH, RAPPRESENTANO SOLTANTO LA STRUTTURA FUNZIONALE A REGGERE STRATI DI CHITARRE AL TEMPO STESSO IRREQUIETE E VAPOROSE, PARANOICHE E IMPALPABILI. (ROLLING STONE MARZO, 3 STELLE)

NON C’E’ NULLA DI SGUAIATO, TRA PURA NARCOLESSIA (EDIE’S DREAM) ED ELETTRONICA METICCIA DI SCUOLA WARP (MUSIC WON’T SAVE YOU). COME SENTIRE SPACEMEN 3, PRIMAL SCREAM E VELVET UNDERGROUND PROIETTATI NEL PRESENTE (RUMORE MARZO)

DRONI DI CHITARRE IPNOTICHE ALLA SONIC YOUTH POSSONO COLLIDERE CON VAPOROSI VOCALIZZI DI SCUOLA ECTOGRAM E MODULAZIONI POST-VELVETIANE A UN PASSO DALLA CATATONIA SONO D’UN TRATTO ABBAGLIATE DA RIFLESSI SHOEGAZE. UN ALTRO PREZIOSO SEGRETO SCATURITO DELLA SCENA ALTERNATIVA CANADESE: MAGICO, COSMICO E INTRIGANTE (ROCKERILLA MARZO)

L’ALBUM SI APRE CON POWERS OF TEN, BRANO INTRODOTTO D AUN EFFETTATO RIFF DI CHITARRA E UN CANTATO MOLTO SIMILE, PER IMPOSTAZIONE  E TONALITA’, A QUELLO DEI BLACK ANGELS. SIAMO DI FRONTE AD UNA NUOVA BAND DI PSICHEDELIA ACIDA? IN PARTE SI’ MA NON SOLO, POICHE’ IL GRUPPO HA IMPORTANTI ELEMENTI ELETTRONICI CHE ENTRANO IN CAMPO DA SUBITO, UN ELEMENTO DIGITALE DI RIFERIMENTO ’80 RIPRESO MOLTO BENE NEGLI ULTIMI TEMPI DA GENTE COME BEAR IN HEAVEN. (BLOW UP MARZO)

UNA CERTA ATMOSFERA DA IMPETO SLOGANISTICO LA SI PERCEPISCE GIÀ DALL'INIZIALE POWERS OF TEN, DOVE RITROVIAMO I SUUNS ANDARE A BRACCETTO CON L'ECCENTRICITÀ CRAZY DEI CLINIC (A LIVELLO VOCALE MA NON SOLO) E CON L'INDOLENZA ANGOLARE POST-HOP DI CERTE COSE DEI THESE NEW PURITANS. LE IMMAGINI DEL FUTURO SI FANNO VIVE IN 2020 (BASSLINE PIATTA, GIOCO ARTY A LIVELLO DI CHITARRA E DRUMMING INCALZANTE) E NEL RESTANTE POST-PUNK SCARNO RITMATO DA UN METRONOMO KRAUTO STRUTTURALMENTE ATIPICO (MINOR WORK) SPORCATO, DI TANTO IN TANTO, DA SUGGESTIONI PSICHEDELICHE (L'APPORTO MELODICO DEL CHORUS DI MIRROR MIRROR) E TENTAZIONI MATH.(SENTIRE ASCOLTARE MARZO, VOTO 7)

QUANDO "2020" ATTACCA, LE PAGINE SONO CONTORNATE DELLE AUREE CHITARRISTICHE MODELLO XX E LA VOCE MORBIDA DI SHEMIE, ACCOMPAGNATA DALL'INTERA BAND, INSEGNA CHE NON È COSÌ DIFFICILE CONDIVIDERE LA PARENTELA ARTISTICA CON I COETANEI DJANGO DJANGO E IL PADRE DAVID CROSBY: IN "MINOR WORK" E "MIRROR MIRROR", COMINCIANO I CAPITOLI PSICHEDELICI DELL'OPERA, IPNOTICI NELLE TASTIERE E NEL BASSO, MORBIDI NELLE VOCALITÀ E CHE IN TALUNI MOMENTI DESTANO L'ORECCHIO CON PASSAGGI DI PLACEBO PRIMA MANIERA. INTORPIDITI, FLUTTUIAMO IN "EDIE'S DREAM", INTRODOTTA DA UN BASSO GOCCIOLANTE E DA NOTE LIQUIDE DI CHITARRA, POCO PRIMA DELLA VOLTA: CON "SUNSPOT" E "HOLOCENE CITY" LE STRADE SEMBRANO ESSERE MENO FOSCHE E IL LORO BLUES, RIVISITATO IN CHIAVE ELECTRO-POP, CI PERMETTE DI FANTASTICARE LIBERAMENTE CON LA MENTE, DAL MOMENTO CHE SONO LE CHITARRE, IL BASSO E LE TASTIERE A GESTIRE LA GUIDA.(ONDA ROCK MARZO, VOTO 7)

LE DATE ITALIANE

29/04/2013 - Roma -  Lanificio 159 
30/04/2013 - Carpi (Mo) -  Mattatoio 

SUBSOUND RECORDS È ORGOGLIOSA DI ANNUNCIARE IL NUOVO DEVASTANTE ALBUM DEI MOMBU, DAL TITOLO 'NIGER'. SE 'MOMBU', L'ALBUM D'ESORDIO, È STATO UNA SORTA DI MANIFESTO DELL'AFRO/GRIND, 'NIGER' NE È LA RITUALIZZAZIONE. SETTE TRACCE DAL SUONO ANCORA PIÙ PESANTE E PROFONDO, RITMI OSSESSIVI, PERCUSSIONI MARTELLANTI E BARRITI AFRO-CORE DA RITUALE VODOO, CI IMMERGONO NELL'AFRICA PIÙ NERA. IL DISCO E’ STATO REGISTRATO PRESSO IL KICK RECORDING STUDIO DA MARCO MASTROBUONO E MIXATO AL KUTSO NOISE HOME DA MATTEO GABBIANELLI. ARTWORK REALIZZATO DA STONINO DRONE BOSCO.

OSPITI: MARCO 'CINGHIO' MASTROBUONO ALLA CHITARRA E MBAR NDIAYE ALLE PERCUSSIONI E ALLA VOCE

ARTICOLO SU RUMORE MARZO

TROVATE IL DISCO E VE LA VEDETE DA SOLI (RUMORE MARZO, VOTO 9)

PAPA FRANCESCO : I RETROSCENA SECONDO ROLLING STONE. MUSICHE DEI MOMBU (ROLLING STONE ON LINE)

I MOMBU SONO UN DUO. E FANNO MUSICA STRANA. TANTO STRANA CHE NOI LA AMIAMO FINO ALLA MORTE (DAGHEISHA)

QUI SIAMO SU UN ALTRO PIANETA, SIAMO NEL MONDO DELLE FORZE PRIMORDIALI DEL RITMO E DEL SUONO (MUSIC IN)

SI PARLA DI UN PROGETTO IMPARAGONABILE A QUALSIASI ALTRA COSA. QUI SI PARLA DI UN DISCO CHE PRIMA O POI VERRÀ RICONOSCIUTO COME STORICO (ITALIAN CORE MAGAZINE)

CI SIAMO ASCOLTATI UN DISCO CHE, VOLENTI O NOLENTI, DIVENTERÀ COL TEMPO UN CAPOSALDO DELLA MUSICA SPERIMENTALE, C’È POCO DA DISCUTERE IN MERITO (METALWAVE 86/100)

STREAMING IN ESCLUSIVA DEL DISCO. IN USCITA RECENSIONE ED INTERVISTA (ROCKIT)

ARTICOLO SU SENTIRE ASCOLTARE MARZO

LA SEI CORDE CONTINUA COMUNQUE AD AVERE IN TESTA LA LEZIONE ARMONICA DI JOHNNY MARR, CON L’EFFETTO FLANGER SEMPRE SUL ROSSO, QUALCHE REMINISCENZA CURE (A FOREST) E DINAMICHE RITMICHE FIGLIE DEL POST-PUNK. DUNQUE BASSO E BATTERIA SPINGONO FORTE CON INCEDERE OSSESSIVO, COME UNA SORTA DI TRENO IN CORSA, PER I DISEGNI DELLA CHITARRA E PER L’ALTRETTANTO EFFETTATO CANTO DI CHATAL CULY. (BLOW UP MARZO)

SUONI PIU’ NITIDI E PIU’ LONTANI DA ASCENDENZE C86 O SARAH RECORDS, COLORI PIU’ DECADENTI, VICINI A QUALCOSA DEGLI SMITHS DEL PRIMO ALBUM, O FORSE DEI JOSEF K SOTTO SEDATIVI. (ROLLING STONE FEBBRAIO, 3 STELLE)

NESSUNA SORPRESA QUINDI CHE I BRANI, UN TEMPO SCATTANTI, NERVOSI, DI RADO OLTRE LA SOGLIA DEI TRE MINUTI, QUI GODANO DI UN MAGGIORE RESPIRO, SVILUPPINO CON MAGGIORE DISTENSIONE LE PROPRIE IDEE E CHE DI CONSEGUENZA AGLI SCANZONATI RUMORISMI GARAGE SI SOSTITUISCA UN MOOD MARCATAMENTE RIFLESSIVO, QUANDO NON OMBROSO, FIGLIO DELL'AVVENUTA TRASFORMAZIONE. E CON LA VOCE DI CATHAL CULLY, FATTASI SE POSSIBILE ANCORA PIÙ SPESSA E BARITONALE CHE NELL'ESORDIO (SIAMO IN PIENA ZONA IAN MCCULLOCH, TRA L'ALTRO INFLUENZA DICHIARATA DA PARTE DELLA BAND), SI AGGIUNGE IN QUESTO MODO L'ULTIMO INGREDIENTE ALLA FOSCA RICETTA PSICHEDELICA DEL DISCO, SOSPESA TRA ESTATICO RAPIMENTO E INQUIETUDINE.(ONDA ROCK FEBBRAIO, VOTO 7,5)

I GIRLS NAMES RIENTRANO IN CAMPO IN UNA VESTE NUOVA, SALTANO PARECCHI AVVERSARI, IMPRESSIONANO CON ALCUNI PASSAGGI ASSOLUTAMENTE SUBLIMI MA NON ARRIVANO ANCORA AL GOAL DECISIVO. LA STRADA È QUELLA GIUSTA, DEVONO SOLO DIMOSTRARE DI POTER RAGGIUNGERE CERTI PICCHI CON UNA MAGGIORE CONTINUITÀ. CIÒ NONOSTANTE, THE NEW LIFE RIMANE COMUNQUE UN DISCO CHE SOTTO ALCUNI ASPETTI (ATMOSFERA, SCELTE STILISTICHE BEN DEFINITE) PUÒ TRANQUILLAMENTE AMBIRE ALLO STATUS DI CULTO. (SENTIRE ASCOLTARE GENNAIO, VOTO 7)

WOODSIST
WOODSIST066
LP 12,00

TRIO PER DUE TERZI COMPOSTO DA MUSICISTI DELL 'OREGON E PER UN TERZO DA UN VETERANO DELLA SCENA DIY DI WASHINGTON. PRESTANDO FEDE ALLE CONSEGNE DEL NORTH WESTERN SOUND, IL GRUPPO SI ADOPERA IN UN APPASSIONATO RITUALE CHE SPOSA LA VISIONARIETA' DEL DOPO PUNK ALL' IRRUENZA DEL GARAGE, NON A CASO I PARALLELI CON DEAD MOON E THE WIPERS SEMBRANO APPROPRIATI.

POCHI FRONZOLI E TANTA ATTITUDINE PE RUN ESORDIO CHE ALLARGA IL GIA’ AMPIO PANORMA SONORO DI WOODSIST (RUMORE MARZO, VOTO 7)