I MELVINS HANNO COMPIUTO 25 ANNI, UNA COSA DA NULLA, PER CHI HA LETTERALMENTE APERTO LA STRADA ALLA RISCOSSA DEL ROCK SONICO ALL'INIZIO DEGLI ANNI '90. DOPO AVER RIPROPOSTO L'HARDCORE DELLE ORIGINI IN UNA ORIGINALE VERSIONE SLOW, LA MUSICA DEI NOSTRI SI È SEMPRE ORIENTATA SU UN CORPULENTO POST-PUNK, CHE DI VOLTA IN VOLTA HA SEGUITO INSOLITE TRAIETTORIE GLAM, NOISE E PSICHEDELICHE. "THE BRIDE SCREAMED MURDER" È UN'ENNESIMA VARIAZIONE SUL TEMA. I QUATTRO STERZANO SPESSO IN DIREZIONE POST-CORE (DETERMINANTE LA PRESENZA DEI DUE BIG BUSINESS ORMAI IN PIANTA STABILE IN FORMAZIONE) E SI IMBATTONO IN SONTUOSE MARCE DARK. QUELLO CHE ARRIVA È UN GUSTO PER LO SHOCK MEDIATICO, UN MESTIERE IN CUI I NOSTRI SONO ECCELLENTI INTERPRETI. PROGRESSIVI, SPERIMENTALI, MA PUR SEMPRE AMMANTATI IN UNA COLTRE HEAVY-ROCK MEFISTOFELICA, I MELVINS SI PRESENTANO ANCORA UNA VOLTA BELLIGERANTI.

DIRETTAMENTE DA BROOKLYN E CON UN MENTORE COME DAVID BYRNE – ESCONO PER LUAKA BOP – I JAVELIN HANNO L’IMPERATIVO DI OSARE. I RAGAZZI SONO IMMERSI IN UNA SOAVE RIVISITAZIONE DEI LUOGHI PIÙ OCCIDENTALI DELLA WORLD MUSIC, SPOSTANDO IN AVANTI LE LANCETTE DEL TEMPO DI QUEI CAPOLAVORI A NOME REMAIN IN LIGHT E FEAR OF MUSIC.

CON L’INGENUO ENTUSIASMO CHE APPARTENEVA AL PRIMO PREFUSE 73 O AI DESAPARECIDOS AVALANCHES, I JAVELIN – GEORGE LANFORD E TOM VAN BUSKIRK – CONFEZIONANO UN GRAZIOSO COLLAGE DI SONORITA’ PRESE IN PRESTITO, SIANO ESSE BREVI STRUMENTALI AL CAMPIONATORE, FUNKETTONI COME TELL ME WHAT WILL IT BE?, SINGOLI CHE NON FANNO PRIGIONIERI TIPO VIBRATIONZ E SFACCIATI OMAGGI NOSTALGICI COME MOSCOW 1980 (RUMORE MAGGIO, VOTO 7)

A TRATTI RICORDAO GLI AVALNCHES, AD ALTRI PLONE E/O TOM TOM CLUB. NON A CASO SONO EDITI DALLA LABEL DI DAVID BYRNE
(BLOW UP MAGGIO, VOTO 6/7)

MTV USA HA ISCRITTO IL NOME DEI JAVELIN NEL CONCORSO  ‘25 BEST NEW BANDS’

C’E’ TANTO RETRO ROCK QUI, IL BLUES SPORCO  DEI BLU CHEER, LO SPIRITUALISMO DI SANTANA E LO SPLEEN SCIAMANICO DELLA LUNGA STAGIONE HIPPIE.PERO’ TUTTO QUSTO HA UN SUO FASCINO INTAGE ED UN GRAN CUORE (RUMORE MAGGIO, VOTO 7)

CLASSICO DESERT HARD ROCK,ACCENTI OUTHERN,QUALCHE ROMO MA FONDAMENTALMENTE STILE RILASSATO E GROOVY. QUESTA VOLTA FORS EAPPARE PIU’ HENDRIXIANO DEL SOLITO. E CONCISO (BLOW UP MAGGIO)

PIÙ RILASSATO E DOTATO DI UNA PIACEVOLE E INEDITA LETARGIA BLUES. OVVIAMENTE SIAMO LONTANI DALLA SPINTA INNOVATIVA PORTATA AL GENERE DAI PONTIAK O ANCHE SOLO DAI MURI DI SUONO ERETTI DA MR. JULIAN COPE QUANDO È IN FORMA, MA BRANT SA COME PORTARE A CASA IL RISULTATO E RENDERE ANCORA PIÙ ADORANTI I FAN IRRIDUCIBILI. (SENTIRE ASCOLTARE MAGGIO)

E’ LA SOMMA DI CORAGGIOSI TENTATIVI CHE NON VANNO MAI A VUOTO NEL LIBERARE LA NUOVA FORMA BLACK IN QUALCOSA DI PIU’ SPERIMENTALE, AL CONTEMPO TREMENDAMENTE UMANO E GLACIALEMNTE DINO (RUMORE MAGGIO VOTO 8)

Dopo il primo album Under Control (2008) con la label tedesca Afmusic, prodotto artisticamente, registrato e mixato da Geoff Turner, eminente musicista e fonico di Washington DC, arriva l'attesissimo secondo progetto discografico di THE TRANSISTERS, How To Irritate People, un cd con 9 brani rappresentativi del sound della giovane formazione trevigiano/veneziana: intriganti pezzi, con intelligenti strutture post-punk e suoni accuratamente studiati, vengono suonati con una forza ed una potenza che viene direttamente dall'era garage-punk rock.“HOW TO IRRITATE PEOPLE” è stato registrato e masterizzato nell'agosto 2009 presso "Inside Outside Studio" di Montebelluna (TV), casa di Mojomatics, Nene dei Vermillion Sands e Movie Star Junkies. Il disco è stato registrato e mixato con sola strumentazione analogica.

 "[...] Venticinque minuti di tensioni elettriche, di compulsioni e nevrosi. Che corrono sulla lama di un rasoio. L'uso di strumentazione analogica, l'utilizzo di un synth mai invadente, le maligne voci filtrate (Mark E. Smith è dietro l'angolo), il basso cardiaco affogato nell'oscurità post punk e l'asciutta durata totale, fanno di "How To Irritate People" un (grande) disco spedito e riuscito [...] Dalla laguna ancora una conferma. E ora alzare il volume!"(NERDSATTACK) 

 “Questo disco sarebbe da consigliare a tutti quelli che credono che il rock suonato coi sintetizzatori, le tastiere, sia tronfio e debole. Il nuovo lavoro dei Transisters, il secondo dopo “Under Control”, è infatti la dimostrazione di come l’idea e l’attitudine contino più della strumentazione. […] Venticinque minuti da ascoltare in apnea, tra synth ipnotici e chitarre rigorosamente vintage – una scelta, quella di suonare solo con strumenti “d’epoca”, che approvo in pieno – che dimostrano nei fatti quello che un curriculum ricco di collaborazioni e concerti mette per iscritto […]”(IL MUCCHIO)

"How To Irritate People [...] l'ho già ascoltato parecchio e la coda mi batte bene. Sì, perché sono 9 pezzi per venticinque e rotti minuti di musica autenticamente sbatticoda, dove non si tira mai il respiro. Sembra quasi siano davanti a te a suonare, a divertire, a divertirsi … a pensarci bene, sembrano pure più di quattro (almeno sei), tanto e tale è la varietà di suoni e voci prodotte."(SMEMORANDA.COM)