Ought – Sun Coming Down

 

Gli Ought fanno ritorno con il loro second album da studio dopo lo straordinario successo ottenuto con More Than Any Other Day, disco capace di mettere d’accordo i fans della primavera washingtoniana (quella che avrebbe fatto la  fortuna della Dischord con i Fugazi in testa) con I patiti del post-punk americano e della wave britannica. Sun Coming Down, ancora una volta per la fida Constellation, rende ancor più avvincenti gli sforzi del combo di Montreal, capace di raggiungere in appena 12 mesi una maturità e statura artistica non indifferente.

L’aver trascorso buona parte di questo periodo on the road, non ha fatto altro che affinare le loro armi, portando in sala d’incisione un gruppo più consapevole e confidente nei propri mezzi. Il chitarrista/cantante Tim Darcy guida le fila di questa accorata formazione, capace di replicare in studio – il famigerato Hotel2Tango, luogo di riferimento di tutto l’underground canadese e non solo –  le peripezie live, accendendo di nuovo le speranze di tutti i nostalgici dell’indie guitar-oriented.

Siamo ricondotti come per incanto ad una delle migliori stagioni della musica underground americana e non, Sun Coming Down è figlio di quella nevralgica stagione che dalla seconda metà degli anni ’80 avrebbe condotto agli exploit dei primi ’90, laddove l’interessamento delle major avrebbe sconvolto un universo altrimenti autosufficiente. Questo per ribadire la dimensione totalmente do it yourself dei quattro, che sanno esattamente come fronteggiare le più astruse geometrie ritmiche, rispettando sempre il profilo umano. C’è il nervosismo del dopo-hardcore, quella fisicità misurata e sposata ad una nuova progettualità, dove l’istinto va di pari passo con la matematica. Ci sono scarne invenzioni white funk, ci sono gli odori della suburra newyorkese di fine ’70. Sensazioni contrastanti che fanno di questo Sun Coming Down un ascolto essenziale.

Info:
http://cstrecords.com/cst115/

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