TORNA IL QUINTETTO DI MINNEAPOLIS GUIDATO DALLA VOCE DI CHANNY LEANEAGH, CON UN DISCO CHE RIBADISCE PIENAMENTE LE OTTIME IMPRESSIONI SUSCITATE DAL DEBUTTO "GIVE YOU THE GHOST". UN DISCO CHE ANCORA MUOVE IN BILICO TRA SENSAZIONALI ARRANGIAMENTI BLACK/ELECTRO RIVELANDO UNA PROPENSIONE ALL' R&B PIU' FUTURIBILE, PUR MANTENENDO CONTATTI CON L' INDIE-POP PIU SOFISTICATO. TUTTO E' ESTREMAMENTE CALIBRATO, UN TERRITORIO FERTILE IN CUI LA VOCALITA' DENSA DELLA NOSTRA OFFRE AL SOLITO SPUNTI DELIZIOSI, TENENDO PER MANO UNA FORMAZIONE CHE GIOCA CON GRANDE PERSONALITA' TRA DOWNTEMPO, POST-ROCK ED OVVIE REMINISCENZE MODERN SOUL.

DA SEGNALARE LA COLLABORAZIONE CON JUSTIN VERNON/BON IVER IN "TIFF", UNO DEI PEZZI CHE TRAINA LETTERALMENTE IL DISCO. PROVATE AD IMMAGINARE QUALCOSA TRA BJORK, LIKKE LI E PJ HARVEY.

SCINTILLE SONORE E PERCUSSIVE CARATTERIZZANO ANCHE EPISODI APPARENTEMENTE PIU’ QUIETI: AD ESEMPIO VEGAS OPPURE LA SCURA VERY CRUEL, NON DISTANTE DA CERTE COSE DI BJORK, MENTRE SPICCA PER TANTI MOTIVI LA PRESENZA IN SCALETTA DELLA GIA’ CONOSCIUTA TIFF, CHE OSPITA MISTER BON IVER OVVERO JUSTIN VERNON (RUMORE OTTOBRE)

GLI SCONVOLGIMENTI SONO DIETRO L' ANGOLO PER OGNI SINGOLA AVVENTURA DI OF MONTREAL. NELLA RICERCA DI UN ISPIRAZIONE CREATIVA NUOVA ED AL SOLITO ESTROVERSA, IL LEADER KEVIN BARNES DECIDE DI STABILIRSI IN QUEL DI SAN FRANCISCO PER SCRIVERE I BRANI DEL NUOVO ALBUM, PRIMA DI FAR RITORNO AD ATHENS, GEORGIA, DOVE ASSISTITO DA UN INEDITO CAST DI COLLABORATORI PORTA GLI ULTIMI RITOCCHI AD UN DISCO DI POP MARZIANO. LA PRODUZIONE E DI DRAN VANDENBERG (DEERHUNTER, TORO Y MOI), MENTRE I CONTRIBUTI ARRIVANO DA REBECCA CASH (VOCALS), CLAYTON RYCHLIK (DRUMS,VOCALS), JOJO GLIDEWELL (KEYBOARDS) BOB PARINS (PEDAL STEEL,BASS) E BENNET LEWIS (GUITARS,MANDOLIN). UNA RITROVATA VENA PSICHEDELIA ED UN SOLARE CONTRAPPUNTO FOLK, CON LA BENEDIZIONE DEGLI STONES, DEI CRAZY HORSE, GRAM PARSONS E PHILIP K DICK!

IL RISULTATO E’ UN BEL DISCO CON RADICI AFFONDATE IN QUEI TEMPI LONTANI: CHITARRE PROG E ROCK’N’ROLL, IL CANTATO TRA ISTERIA E RAREFAZIONE, UN QUID FILASTROCCHESCO E BARRETTIANO E CITAZIONISMO DEL BOWIE DI THE MAN WHO SOLD THE WORLD (MUCCHIO OTTOBRE, VOTO 7,5)

SONO STATI TRA LE FORMAZIONI PIU' ORIGINALI DI TUTTO IL CIRCUITO INDIE AMERICANO, IL LORO SUONO CAPACE DI INFLUENZARE UNA MIRIADE DI ASTRI NASCENTI PUR RIMANENDO UN ESEMPIO DIFFICILMENTE REPLICABILE. CON SIBERIA TORNANO A REGALARCI SENSAZIONI EPIDERMICHE, COLMANDO QUEL VUOTO TRA PSICHEDELIA E ROCK GEOMETRICO CHE DA SEMPRE E' STATO PIU' DI UN ATTENDIBILE BIGLIETTO DA VISITA. TORNATI STABILMENTE INSIEME DOPO ANNI DI SILENZIO, REGALANDOCI IL SECONDO ALBUM POST-REUNION. CONFERMANO COSI DI ESSERE UN ESEMPIO DI LONGA VITA ED ALLO STESSO TEMPO DI INTEGRITA' ARTISTICA.

…I TRATTI ARABEGGIANTI DI ANCIENT GRAINS, UNA BALLATA CREPUSCOLARE CHE, FORSE, UN TEMPO DALLE PARTI DELLA NORTH CAROLIA NON SI SAREBBERO POTUTI PERMETTERE, OPPURE L’INDIE CONTAMINATO DI ANCHORESS E TOTAL IMMERSION – CHE CONTRIBUISCONO A TENERE ACCESA UNA FIAMMA CHE I PIU’ AVREBBERO RISCHIATO DI DIMENTICARE (MUCCHIO OTTOBRE)

DOPO UNA SERIE DI PRESTIGIOSE COLLABORAZIONI IN COMBUTTA CON JIM 'O ROURKE ED OREN AMBARCHI E L'ACCLAMATO COLLETTIVO APERTO FIRE! ORCHESTRA, IL TRIO COMPOSTO DA MATS GUSTAFSSON (ANCE ED ELETTRONICA), JOHAN BERTHLING (TAPE) AL BASSO, CHITARRA ELETTRICA ED ORGANO HAMMOND E ANDREAS WERLIIN (WILDBIRDS & PEACEDRUMS) ALLA BATTERIA, TORNA AD AFFACCIARSI INDIVIDUALMENTE IN STUDIO, SULLA SCORTA DI UN SUONO CHE SEMBRA PARTIRE DA RUDIMENTALI MOVENZE BLUES PER APPRODARE AD UNA VERA E PROPRIA ESTASI AVANT-ROCK. LE COMPOSIZIONI, SEMPRE E COMUNQUE STRUMENTALI, RAGGIUNGONO UNA COMBUSTIONE SPONTANEA, RISPETTANDO COMUNQUE UN OBIETTIVO COMUNE. WITHOUT NOTICING E' IL DISCO CHE IN MOLTI STAVANO ASPETTANDO, UN TRIPUDIO DEI SENSI, UNA SCOSSA ELETTRICA DI QUELLE MEMORABILI.

TONIGHT.MORE. MUCH MORE E’ IL SOLENNE FULCRO DEL DISCO, UNA SEPOLCRALE MARCIA DOVE S’INCROCIANO LE CADENZE FUNEREE DI UN BASSO DOOM E LE SCOSTANZE TAGLIENTI DELLE TASTIERE ELETTRONICHE, MOLTING SLOWLY LA SUA DERIVA E CONCESSIONE JAZZ. UN’ESPERIENZA CHE NON HA MOLTI PARALLELI NELL’ODIERNA SCENA AVANT-ROCK – DOVE AVANT E’ UN TERMINE CHE TORNA AD AVERE UN SIGNIFICATO TOTALE (BLOW UP OTTOBRE)

QUI SI TORNA ALLE BASI, CON UN TRIO IMPEGNATO A COSTRUIRE SUGLI IMPONENTI RIFF DI BERTHLING SCENARI JAZZ-NOIR DI IMPRONTA VAGAMENTE PSICOTICA, E UN DIFFUSO SENSO DI NOTTURNA ED ELEGANTE SOLENNITA’ (RUMORE OTTOBRE, VOTO 7)

…I TRE STRUMENTI RICORRONO SPESSO A TRUCCHI ED EFFETTI DI OGNI TIPO, MENTRE UN FENDER RHODES COMPARE SU TONIGHT.MORE.MUCH MORE. CON TANTO DI ELETTRONICA DISCRETA, CHE SI FA INVECE MASSICCIA, COSMICA, DISTORTA IN I MOSTLY STARE (JAZZ PSICHEDELICO, FORSE, COME E’ STATA ANCHE DEFINITA LA LORO MUSICA). (MUCCHIO OTTOBRE, VOTO 8)

IL PUNTO DI PARTENZA DELLE IMPROVVISAZIONI DEI FIRE! SEMBRA ANCORA UNA VOLTA IL JAZZ-ROCK ANTE-LITTERAM DELLA GRAHAM BOND ORGANIZATION: GIRI DI BLUES SUI QUALI IL SASSOFONO DI GUSTAFSSON E’ LIBERO DI SEGUIRE IL TEMA OPPURE TROVARE INCREDIBILI E SUGGESTIVE SOLUZIONI FREE (WOULD I WHIP). SULLA MERAVIGLIOSA TONIGHT.MORE.MUCH MORE. IL TRIO RENDE OMAGGIO ALLA STAGIONE D’ORO DELLO SPIRITUAL JAZZ DI ETICHETTE COME LA STRATA EAST, PRIMA DI GETTARSI IN UN TURBINE DI ELETTRICITA’ CONTROLLATA SULL’ONDA DI UN CORROSIVO ASSOLO DI ORGANO (RECENSIONE BOXATA SU ROCKERILLA OTTOBRE)

I FUZZ SONO TY SEGALL (VOCE/BATTERIA), CHARLIE MOOTHART (VOCE E CHITARRA) E ROLAND COSIO (BASSO). SONO TRE CALIFORNIANI CHE NONOSTANTE GLI IMPEGNI PRINCIPALI HANNO SEMPRE COLTIVATO UNA DURATURA AMICIZIA ED UNA PASSIONE PER IL MENO LETARGICO HARD-BLUES. QUESTO LORO DEBUTTO SULLA LUNGA DISTANZA PER IN THE RED ROMPE ADDIRITTURA CON I CANONI DELLA LABEL, REGALANDOCI DELLE LUNGHE JAM PSICOTICHE IN CUI SI AFFACCIANO CON REGOLARITA' I FANTE DEI BLACK SABBATH, DI HENDRIX E DEI GROUNDHOGS. STRABILIANTI!

COME SE CHARLIE CUOREDILUNA, ROLAND COSIO E TY SEGALL AVESSERO FATTO UN VIAGGIO ALL’INDIETRO NEL TEMPO, ALL’AVALON BALLROOM DI SAN FRANCISCO, NEL 1969. I BLUE CHEER STANNO FACENDO PEZZI COME SUMMERTIME BLUES, GYPSY BALL, OUT OF FOCUS. (RUMORE OTTOBRE, VOTO 8)

FUZZ FA PARTE DI QUELLA CHE POTREMMO DEFINIRE UNA DISCOGRAFIA DI SCOPERTA, OVVERO: SCOPRI UN GRUPPO CHE TI PIACE MAGARI RIPESCANDOLO DAI ’60-’70, TI ESALTI, E CI FAI UN ALBUM. ECCO STAVOLTA È IL GIRO DEL CLASSICO, I BLACK SABBATH. SEGALL SI SPOSTA ALLA BATTERIA, MOOTHEART ALLA CHITARRA E I DUE (PERCHÉ COSIO PARE UN PO’ LO SPARRING PARTNER) INIZIANO A SPARARE LE CARTUCCE: PEZZI TIRATI, CON ASSOLI HARD CHE SVOLAZZANO QUA E LÀ, I RIFFONI DI TONY IOMMI SEMPRE DIETRO L’ANGOLO, LA BATTERIA PESTATA. BRANI IN CUI IL RISULTATO VA OLTRE LE MODESTE PREMESSE PER LA NATURALEZZA CON CUI I DUE SI INTENDONO E NON A CASO IL MEGLIO ARRIVA QUANDO I DUE ABBOZZANO QUALCHE JAM COME IN HAZEMAZE O LA CONCLUSIVA ONE, SEGNALANDO QUINDI LA BUONA PROVA DI MOOTHEART ALLA CHITARRA. (SENTIRE ASCOLTARE OTTOBRE, VOTO 7)

DOPO AVER ATTRAVERSATO IN MANIERA TANGENZIALE UN GENERE COSI' DEFINITO COME IL BLACK METAL - CON I LITURGY - THRILL JOCKEY SI GETTA A CAPOFITTO SU UNO DEI PIU' FORTUNATI ESEMPI DI METAL ESTREMO: IL THRASH ANNI 80. UN POWER TRIO GLI OOZING WOUND CHE SEMBRA ISPIRARSI ALLE MIGLIORI FORMAZIONI DEL GENERE, PRENDENDO CERTO SPUNTO DALLA RINOMATA SCENA DELLA BAY AREA, MA RICORDANDOCI ANCHE I TEMIBILI IBRIDI DI GENTE COME WHIPLASH ED HIRAX. UN TORNO ALLA BRUTALITA' DELLE CHITARRE.

UNA MEZZORA DI INTENSO THRASH METAL BASH, CON TITOLI COME EVERYONE I HATE SHOULD BE KILLED E SUSTAINED BY HATRED CHE SONO TUTTO UN PROGRAMMA (BLOW UP OTTOBRE, VOTO 7/8)